Il teatro barocco
I secoli XVII e XVIII videro l'affermarsi di un nuovo tipo di edificio teatrale:
la sala barocca o all'italiana, caratterizzata da una pianta allungata, originariamente ad "U" ed in seguito a ferro di cavallo, dotata di un imponente ed elaborato boccascena e di una serie di palchetti tramezzati accessibili da ingressi autonomi.
Questa tipologia costituira' un prototipo del teatro non solo in Italia ma in tutta Europa fino alla fine dell'800.
Tale modello, affermatosi dopo un lungo periodo di sperimentazione che vide il passaggio dall'antica
struttura a gradoni, ancora presente nel
Teatro Farnese di Parma, alla pianta mistilinea del Teatro degli Immobili (poi Teatro della Pergola) di Firenze, venne a fissarsi definitivamente nel Teatro alla Scala di Milano (1778).
Protagonisti indiscussi di questo periodo di cambiamento furono i membri della famiglia
Galli Bibiena, una vera e propria dinastia di architetti e scenografi che, nel corso di tre generazioni (dalla fine del Seicento alla fine del Settecento), interpretarono le numerose ed eterogenee tendenze dell'epoca.
Fautori, per motivi di acustica, di edifici a pianta svasata come il Teatro dei Rinnovati di Siena, furono al centro di aspre polemiche che vedevano, invece, nei teatri a pianta ellissoidale il concretizzarsi delle teorie scientifiche sorte in quest'epoca sull'argomento.
Per quanto riguarda l'apparato
scenotecnico, il Seicento si caratterizzo' per il definitivo affermarsi del boccascena come struttura architettonica portante e per l'abbandono del sistema dei
periaktoi in favore di quinte piatte scorrevoli, disposte in diagonale verso il centro della scena e azionabili tramite funi legate ad un argano posizionato nel sottopalco.
Per ospitare la dotazione di scene di repertorio e la grandiosa mole dei macchinari, divenuti stabili, il palcoscenico viene ampliato in profondita' ed altezza e furono create zone di servizio, mentre lo spazio scenico, dal proscenio, si allungo' in profondita' grazie anche a sapienti giochi ottici.
La situazione cambio' nel Settecento: se inizialmente la scenografia, soprattutto ad opera dei Bibiena, rinuncio' all'asse centrale e si concretizzo', con la veduta ad angolo, in una prospettiva a fuochi multipli, nella seconda meta' del secolo abbandono' progressivamente l'eccesso ornamentale di tipo barocco.
Si affermo' la cosiddetta
scena-quadro che ridusse all'utilizzo di una tela dipinta per il fondale e di un numero esiguo di quinte e teloni quella che nel Seicento era stata una grandiosa macchina prospettica.
L'apparato scenotecnico si semplifico', pur conservando e sviluppando i meccanismi e gli accorgimenti, come la graticcia e i gargami, che consentirono i cambi di scena grazie al sollevamento e all'abbassamento dei teli dal soffitto.
Nel '600 hanno origine il
Melodramma, che si propone di far rivivere l'antica unione tra poesia e musica, e la
Commedia dell'Arte, che crea una tematica ed un linguaggio piu' vicino al popolo.
Assistiamo progressivamente al passaggio da un teatro aristocratico e sostanzialmente privato ad un teatro pubblico e popolare. Le rappresentazioni non avvengono piu' occasionalmente ma con continuita' e regolarita'.